“Ho conosciuto degli uomini che hanno visto la fame,
quella del corpo,
poi dell’anima,
finchè non si sono nutriti di questa fame e sono diventati poeti e scrittori.
Ho visto scrittori che hanno pianto di fronte ad una candela accesa, finche’ il fuoco non ha risvegliato il loro spirito.
Scrittori che hanno imprecato il Signore finchè l’Altissimo non è diventato loro compagno nella vita.
Scrittori hanno parlato con gli spiriti, diventando il pane del mondo,
coloro che nutrono la terra e la rendono splendente.
Conosco degli scrittori la cui penna è come una lama affilata e taglia la carne sino ad entrare nell’anima,
altri capaci di rendere lucente un paesaggio notturno o buio ed oscuro il sole allo Zenit.
Molti scrittori vivono in questa terra che li ha accolti,
ma in questa terra si sentono prigionieri come in una gabbia, per questo l’immaginazione, che vola sulla ali della fantasia, li rende liberi.
Infine ho visto scrittori che si sono strappati il cuore dal petto,
lo hanno offerto ancora pulsante alla loro penna,
affinchè questa potesse alleviarne i dolori.
Dura la vita degli scrittori e dei poeti, dura, anzi durissima, perché d’altronde pensare che dovesse essere facile?
A.P.“
Marzo 2017
A.P.
Andrea Porcelloni
Poeta e Scrittore